Miradolo - Guida Turistica

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.: MIRADOLO
 Il nome di Miradolo appare per la prima volta nel testamento dell’Arcivescovo di Milano Ariberto d’Intimiano (1034) , castrum Miradoli , in un lungo elenco di località. Vi era dunque , in cima ad un colle , una fortificazione con torri per avvistare l’arrivo dei frequenti invasori e può risalire al periodo dell’incastellamento (X secolo) concesso dal re Berengario I a tutti i signori locali per difesa dalle incursioni degli Ungheri (che nel 924 incendiano Pavia). Il colle accanto ancora oggi è chiamato baltré e baltresca nel Medioevo era appunto una torre in legno di uso militare.
 Sembra molto verosimile che Miradolo derivi da miratorio , luogo per mirare, per osservare. Il medesimo toponimo ritroviamo in località minori ( a Groppello , a Marcignago , a Pieve Porto Morone , in Emilia ) , dove sono ancora visibili tracce di torre o di colombaia. In quei tempi del primo Medioevo nei dintorni sorgevano sedi di notevole rilievo storico: la rocca di San Colombano ( con il Barbarossa diverrà imperiale ) , la reggia di campagna dei re longobardi a Corteolona , l’Abbazia di Santa Cristina ( protetta dagli imperatori ) , la Pieve di San Germano a Lambrinia ( da cui dipendeva anche Miradolo ) , l’Ospitale di San Salvatore a Graffignana ( poi Porchirola ) . Neppure un segno è rimasto di queste sedi (tranne che a San Colombano).
 Nessuna meraviglia quindi se Miradolo non può vantare un passato illustre. Nel 1400 il castrum risulta già diroccato , gli abitanti sono assoggettati allo Statuto voluto da Bianca di Savoia Visconti a San Colombano. Era comunque un modesto villaggio , con poche casupole e i contadini al servizio delle due , tre cascine di notabili pavesi e milanesi. Forse per qualcuno iniziava il lavoro autonomo dell’artigianato rurale o la conduzione di propri minuscoli poderi. La sua storia è totalmente inglobata nella storia dei grandi feudi ( Visconti , Sforza , Estensi ) , dei Vicariati feudali ( San Colombano e poi Belgioioso ) e nella serie degli innumerevoli atti notarili delle famiglie nobiliari.
 La prima e più importante fu quella degli Schiaffinati : nel 1400 acquistano vasti terreni che provvedono a sistemare ( la roggia miradola ) , costruiscono un palazzo ( forse nell’attuale via Garibaldi , passato poi ai De Lutti o forse alla Somaglia , nel 1700 rimaneggiato dai Dassi ) , l’oratorio di Santa Maria e la chiesetta in via Garibaldi ( oggi del Comune ). Anche i loro parenti Reyna impiantano una grande cascina , la Cortazza , e costruiscono una chiesetta che nel 1600 il conte Arese Lucini vorrà dedicare ad una sconosciuta Santa Rufila ( oggi dell’Oratorio ).
  I primi documenti presenti a Miradolo , a parte i reperti archeologici e un resto malconcio della torre del castrum ( il torrione ) , sono le chiese , erette nel 1500 , in seguito più volte riformate , e , sempre del 1500 , i registri del parroco e due lapidi funerarie ( 1541 ) scoperte da chi scrive e subito sventuratamente ricoperte dal pavimento della parrocchiale. Le splendide mappe teresiane ( 1735 ) , che ho voluto esporre nella sala del Municipio , illustrano con precisa evidenza la natura del villaggio : due strade anguste , ai piedi delle colline e lungo il Nerone ( quasi sicuramente antica ramificazione del Lambro , da radice gallica nar , acqua ) , le chiese , le cascine , meno di mille abitanti.
 Nella raccolta delle mappe anche i disegni di due comuni minori , in seguito assorbiti , Camporinaldo e Cà de Rho. Camporinaldo ( probabilmente campo di Rinaldo o di Romaldo , nomi di Vescovi pavesi nel Medioevo ) è stato a lungo annesso ai fondi del Castello dei Cusani a Chignolo e per secoli sicuramente stazione di posta per la sua posizione sulla strada da Pavia a Cremona.
 Infatti è segnato con un certo rilievo nelle carte geografiche del Seicento e del Settecento , malgrado le dimensioni ( nel 700 circa 200 abitanti ). Curiosamente invece Miradolo si trova segnalato in Lombardia nella cinquecentesca Galleria delle carte geografiche dei Musei vaticani. Cà de Rho era una cascina ( circa 30 abitanti , oggi proprietà Saronio ) , può derivare dai possedimenti dei Rho , allora signori di Borghetto , che furono poi i primi industriali tessili di Milano.
  Da tutti i documenti scritti , peraltro scarsi , ( relazioni dei Vescovi e dei Parroci , suppliche della comunità ) sino all’Ottocento emerge senza dubbio l’estrema povertà della gente.
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